VIAREGGIO. “In una città come la nostra, anziché concentrarci sui gravi problemi economici del Comune, sull’emergenza sfratti, sul crollo della nautica, sull’evidente crisi edilizia e, non da meno, sulla crisi del commercio con le tante chiusure di attività in ogni dove, tutti problemi più volte ricordati dal sindaco, sembra che il grande problema sia quello della comunicazione interna all’amministrazione comunale”.

Così il capogruppo consiliare del Pd Andrea Strambi, in risposta all’intervento di Antonio Cima (Pdl) sulla determina del sindaco, Leonardo Betti, riguardo alla gestione dei rapporti con la stampa.

“È davvero ridicolo sentire il capogruppo del PDL Antonio Cima accusare il Sindaco di voler mettere il bavaglio della censura ad assessori e dirigenti comunali. Forse il capogruppo del PDL non è una cima in quanto a memoria, dal momento che gli sfuggono alcuni dettagli tutt’altro che irrilevanti:

1) Per tanti, troppi anni l’amministrazione di centrodestra che ha messo in ginocchio la città, e di cui Cima è stato un esponente di spicco, non si è dotata di un ufficio stampa che si occupasse di tenere rapporti corretti, trasparenti e senza favoritismi coi giornalisti, tanto da ricevere nel maggio 2011 e poi nel marzo 2012 ben due lettere di richiamo dall’Associazione Stampa Toscana, rispettivamente per un primo goffo tentativo di appaltare all’esterno l’attività di ufficio stampa e per il fatto che venivano mandati comunicati stampa dall’indirizzo [email protected] senza avere, appunto, un addetto stampa con regolare tesserino da giornalisti iscritti all’Ordine;

2) Il 9 dicembre 2008 l’amministrazione di cui Cima ha fatto parte emanò, per bocca dell’allora direttore generale Dott. Roberto Gerardi, una disposizione nella quale si chiedeva ai dirigenti di “astenersi dal riferire alla stampa opinioni proprie su questioni ancora in via di discussione” e di fornire alla stampa notizie “in merito ad atti amministrativi adottati e a decisioni tecniche assunte, attenendosi ad un ruolo meramente informativo e descrittivo”, specificando che questo fosse quindi “privo di qualsiasi contenuto valutativo e di giudizio”;

3) Evidentemente ancora insoddisfatti, il 22 marzo 2010 l’allora direttore generale Dott. Edoardo Rivola ritornò sull’argomento specificando che la precedente nota del 2008 era “estesa anche ai dipendenti”, ricordando che l’art. 11 del Codice di Comportamento dei Dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni obbliga i dipendenti a tenere informati “il dirigente dell’ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa”;

4) Ancora insoddisfatti, ma evidentemente impauriti da alcune polemiche interne, cinque giorni dopo l’allora direttore generale specificò che non voleva precludere “al personale dipendente il dialogo con la stampa” sottolineando però che andava subordinato “ad una preventiva autorizzazione e/o coinvolgimento del dirigente”. Nella stessa lettera, si invitava il personale, dirigenti compresi, al dovere di “astenersi esclusivamente dal riferire opinioni proprie su questioni ancora non sfociate in atti amministrativi”;

Qualcuno ha ancora il coraggio di parlare di bavaglio della censura per una disposizione meramente tecnica su chi invia comunicati stampa e organizza conferenze stampa e che, soprattutto, in nessun punto parla dei contenuti da comunicare e che in nessun punto impedisce a chicchessia di rilasciare dichiarazioni o interviste ai giornalisti? Invito, quindi, tutti ad una più ampia e partecipata discussione sulle reali emergenze della nostra città”.

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ultimo aggiornamento: 22-08-2013


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